Amo la montagna non solo per la bellezza dei paesaggi o per la soddisfazione nella fatica, ma anche per le storie che sa raccontare, per le emozioni che sa trasmettere e per tutte le cose che mi sa insegnare.

sabato 25 agosto 2012

Cima dei Gravinai

La cima da Goima
Questo itinerario lo descrivo molto sommariamente in quanto tracciato da una guida alpina della Val di Zoldo (almeno così ho capito) e non è certo un percorso facile da seguire anzi, visto che non è descritto su nessuna relazione e lungo il percorso non vi sono segnalazioni a parte un paio di ometti, possiamo dire che non è affatto facile da intuire.
Si parte dal Passo Duran e si segue il sentiero che conduce al Viaz dei Cengioi. Si risale ripidamente fino all'inizio del Viaz stesso e si salgono le pareti a sinistra fino a raggiungere la cima. Per la discesa abbiamo invece seguito la via normale che scende sul versante est del gruppo del San Sebastiano lungo il Van de i Gravinai per poi, seguendo la variante dell'alta via n° 1, siamo rientrati al passo.
Il bello di questa escursione è stata l'assoluta mancanza di riferimenti. La via di salita l'abbiamo dovuta cercare, canalino per canalino, passo per passo, sbagliando in più occasioni. Ad ogni errore corrispondevano salite con passaggi di secondo, ghiaioni instabili e qualche splendido strapiombo sotto gli scarponi. L'ho etichettata come la salita più difficile che abbia mai affrontato.
Le foto: https://picasaweb.google.com/106652315257729774799/CimaDeiGravinai

lunedì 20 agosto 2012

Sulla Strada degli Alpini


Oh cavolo che giro spettacolare. Si lo so, lo scrivo quasi ogni volta, ma che ci posso fare se ogni giro mi entusiasma?Si parte da Campo Fiscalino alla fine della strada della Val Fiscalina, nei pressi di Sesto. Si segue il sentiero 103 inizialmente quasi in piano, per poi impennare fino a raggiungere il rifugio Zsigmondy-Comici. Fin qui 770 metri di dislivello e circa 2:30 di cammino. Noi abbiamo pernottato, ma prima di mangiare e dormire, abbiamo fato una capatina fino al rifugio Pian di Cengia, aggiungendo al dislivello altri 350 metri circa.

Al mattino, abbondante colazione e poi via, seguendo il sentiero 101 che sfiora le pendici della Croda dei Toni (anche detta Cima Dodici) e che conduce in Forcella Giralba da cui si può raggiungere facilmente anche il Rifugio Carducci. Ma non è il nostro itinerario. Poco prima di raggiungere la forcella, il sentiero volge a sinistra in prossimità del Lago Ghiacciato portandoci direttamente all'attacco del sentiero attrezzato.
La via ferrata non presenta difficoltà particolari degne di note, ma comunque, tagliando a mezza parete la Cima Undici, lo strapiombo è sempre presente alla nostra sinistra. Ho visto decine di escursionisti non attaccare i moschettoni nemmeno nei tratti più esposti. E poi dicono che la montagna è pericolosa!!!!!!!!! Si prosegue sempre in quota, con scorci sulle Tre Cime di Lavaredo, Cristallo, ghiacciai austriaci e tutte le vette delle Dolomiti di Sesto, fino a raggiungere la Forcella Undici. Da qui si può scendere nuovamente a Campo Fiscalino o proseguire per il sentiero 101. Qui la struttura della parete rocciosa cambia notevolmente divenendo friabile e sconnessa. La via comunque risulta sempre adeguatamente attrezzata. Un piccolo balzo roccioso su canalino ghiacciato (attenzione allo scioglimento del ghiaccio che porta a valle numerosi sassi), probabilmente l'unica reale difficoltà tecnica della ferrata, ci fa superare gli ultimi metri di dislivello per il famoso Passo della Sentinella. Da qui, seguendo sempre il sentiero 101, si scende al rifugio Berti e quindi al rifugio Lunelli dove avevamo lasciato un'altra macchina. Una nota: nella tabella tempi di alcune guide scrivono che dal Passo della Sentinella al Rifugio Berti ci vuole circa un'ora. Sarà stata la stanchezza, ma ne abbiamo impiegate più di due. Il ghiaione non è da sottovalutare: nel tratto iniziale è ripido, nella parte più a valle, si muovono sassi ad ogni passo, tanto che il sentiero in alcuni tratti risulta "franato" ma sempre facile da riconoscere.
Le foto: https://picasaweb.google.com/106652315257729774799/SullaStradaDegliAlpini

mercoledì 15 agosto 2012

IL GRAN PARADISO 4061 m: Un conto aperto da 8 lunghi anni


Ebbene sì, da 8 lunghi anni sognavo questo momento: mettere piede sul 4000 la cui cima porta un nome che meglio non potrebbe adattarsi al mio papà, morto 8 anni fa, ma anche lui grande appassionato di montagna come me: il Gran Paradiso!
Mio papà si spense il 29 luglio 2004 dopo quasi due mesi di malattia, e per cercare di staccare un po' la spina da quella tragica realtà mi iscrissi ad un'escursione sezionale della SAT di Fiavè che aveva luogo sul Gran Paradiso il 31 luglio e il 1 agosto del 2004. Senza preparazione nè acclimatamento sufficiente arrivai a quota 2800 m circa e dovetti tornare indietro al rifugio. L'anno successivo ci riprovai da solo, ma la situazione non volle cambiare, a quota 3400 m le mie forze cedettero ancora davanti a questo gigante alpino, unica consolazione il bel panorama sul Monte Bianco che rimasi a contemplare per più di un'ora seduto sul ghiacciaio. Mi dissi: DEVO TORNARE, E CI TORNERO', finchè non arriverò in vetta! Ora, sono passati 8 anni dal primo tentativo, allenamento ne ho fatto parecchio, ma un 4000 è pur sempre un 4000! Venerdì 10 agosto son partito da solo da Padova in auto fino a Pont in Valsavarenche. Dopo 5 ore di macchina inizia il sentiero: 2 ore di autostrada di terra sotto un sole caliente per giungere al Rifugio Vittorio Emanuele II a 2735 m. Sabato è il turno di una giornata di acclimatamento: allora alle sette parto col freddo, da solo e mi dirigo verso la cima della Tresenta 3609 m, percorrendo la vasta morena e rimanendo impressionato da quanto i ghiacci si sono ritirati in 7 anni. Arrivo a quota 3120 m, mi guardo intorno e mi dico: Toh! Sono sulla cima del Pelmo ( come quota... ) invece sono ancora in mezzo ad una valle di sassoni e rocce montonate... Fiato, forze, battito cardiaco sono a posto... Torno indietro al rifugio per una cioccolata calda.... Quindi ripercorro il sentiero a ritroso e che mi trovo davanti? Uno splendido stambecco maschio che mi fissa a 10 metri da me. Non voglio intralciargli la strada penso, quindi devierò un po' a destra! Butto l'occhio a destra e vedo un altro stambecco ma stavolta a debita distanza: se questa è una femmina meglio non frapporsi fra lei e il maschio... Meglio andare a sinistra va'!
Giunto al rifugio mi incontro con la guida alpina che avevo prenotato insieme ad un altro ragazzo ed una ragazza, facciamo due chiacchiere e prepariamo il materiale per il giorno seguente. Stavolta la vetta deve essere nostra! La notte incombe, piena di dubbi: CE LA FARO' OPPURE NO? Questa domanda mi ha assillato per un paio d'ore finchè non sono riuscito a prendere sonno. Ma le 3:30 del mattino giungono in fretta: Colazione al volo e pronti per partire! Dopo un paio d'ore di morena ( 600 m di dislivello ) arriviamo al ghiacciaio del Laveciau a 3355 m, mettiamo i ramponi e con grande pazienza risaliamo il crepacciato ghiacciaio in direzione del Colle della Becca di Moncorvè a 3850 m. Volto testa e gambe a sinistra e che vedo: la madonnina della vetta!! Finalmente: ADESSO NON MI FERMA PIU' NESSUNO, arriverò sicuramente in cima. Le cordate sono numerose e la gente verso al vetta si accavalla per toccare la madonnina, ma non mi interessa, io ci arriverò con le mie forze ed il mio tempo! Allo scoccare della 5 ora di marcia siamo arrivati: metto i piedi sulla roccia sommitale... Ancora non ci credo: SONO IN VETTA, 4061 m! Ce l'ho fatta!!!! Il panorama è vastissimo a 360° Dal Monviso al Monte Bianco, al Cervino, alle vette del Monte Rosa al Monte Emilius e ad altre numerose vette a me ignote... Ora però è il momento di scendere, la via di discesa è la medesima della salita, ma a questi 1300 m di dislivello che mi separano dal rifugio se ne aggiungeranno altri altri 750 per tornare a Pont e nuovamente 5 ore di macchina per tornare a casa!! Ma non importa: La vetta agognata è stata raggiunta, il resto? Il resto sono dettagli di secondaria importanza!

VIDEO DELLA SALITA: Salita al Gran Paradiso 2012

martedì 7 agosto 2012

Il nuovo bivacco Sandro Bocco al Marmol

Il nuovo bivacco Sandro Bocco - Marco Zago
Nel pomeriggio del 27 luglio, con spettacolare trasporto in elicottero, è stato installato il nuovo bivacco Sandro Bocco al Marmol, di proprietà della sezione di Dolo del Cai, sulla spalla est della Schiara a 2266 metri di quota. 
La nuova struttura si trova quasi alla fine dell'omonima ferrata che sale dal Rifugio Settimo Alpini ed è raggiungibile anche dall'opposto versante, partendo dal Rifugio Bianchet o dal Rifugio Pian di Fontana passando per la Forcella Nerville.
Il nuovo bivacco, simile nella forma al precedente, è già operativo e in grado di accogliere sei escursionisti, nella precedente struttura ve ne stavano nove; Sarà intitolato come sempre a Sandro Bocco, caporale del 7° Reggimento Alpini, caduto nel 1967 durante un'esercitazione sul Rinaldo, e cointitolato a Marco Zago precipitato col Falco durante una perlustrazione di una frana a Rio Gere.
L'inaugurazione è fissata per il 16 settembre, seguirà il programma ufficiale.

Su questo link del Cai Veneto, alcune foto dell'operazione di installazione
http://www.caiveneto.it/news.asp?ua=311



sabato 4 agosto 2012

Due giorni sulle Cinque Torri

Si parte per il secondo giorno di scalate
L'avevo scritto sul post del grande inizio che quella non sarebbe stata l'ultima volta. Ed ecco che per festeggiare il compleanno di mia moglie, ho organizzato una bella due giorni sulle Cinque Torri ad arrampicare. In compagnia di due grandi amici, siamo saliti al Rifugio Scoiattoli il venerdì mattina e dopo aver prenotato il pernotto al rifugio, ci siamo portati sotto la Torre Quarta Bassa per iniziare questa, per noi è così, avventura. 
Legati in due cordate, per poter meglio seguire la Ale alla sua prima esperienza, ci abbiamo impiegato il tempo previsto e nonostante una piccola variante al percorso della via, siamo giunti in vetta.
Visto le condizioni meteo non perfette, decidiamo di salire la Torre Latina, ma solo io e Andrea riusciamo a salire, una fitta pioggia ci impone una rapida discesa in doppia, mentre Filippo e la Ale erano ancora la primo tiro. Fuga strategica in rifugio e dedizione, quasi totale, al riposo, al stare in compagnia, giocare a carte e mangiare come vitelli. 
Il giorno dopo, orfani di Andrea costretto a rientrare, ci siamo portati sulla Torre Romana per salire il camino......Niente da fare, l'inesperienza ci consiglia di rientrare e attacchiamo quindi la Latina visto che Filippo e la Ale non erano riusciti a farla. 
Alla fine non abbiamo fatto molto, ma di sicuro un po di esperienza l'abbiamo incassata; E poi, diciamocelo, siamo ancora parecchio imbranati. Alla prossimaaaaaaaa

Le foto: https://picasaweb.google.com/110737210737616266453/CinqueTorri